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IL TUO BAMBINO TI RICONOSCE APPENA DOPO LA NASCITA

Aggiornamento: 22 lug 2021

LA COMUINCAZIONE NON VERBAE DEL NEONATO

I neonati mostrano già poco dopo la nascita di preferire le immagini di visi orientati correttamente: è una sorta di predisposizione al riconoscimento dei volti, fondamentale per l'apprendimento nel corso dello sviluppo. Inoltre, questa capacità si basa sulle stesse aree corticali che si attivano nell'adulto, smentendo l'idea che la corteccia cerebrale dei neonati sia immatura per quel compito.


IL MATCHING VISIVO DEL NEONATO

Poche ore dopo la nascita, i neonati sono già pronti per riconoscere i volti. E l’area cerebrale che sovraintende a questo riconoscimento, un circuito specializzato della corteccia cerebrale, è grossomodo la stessa di quella degli adulti.


È quanto emerge da uno studio pubblicato sui “Proceedings of the National Academy of Sciences” da un gruppo di ricerca del CIMeC dell’Università di Trento, in collaborazione con i reparti di Pediatria e di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale Santa Maria del Carmine di Rovereto.


“Sappiamo da molto tempo che i neonati, già a pochi minuti dalla nascita, sono attratti dalle facce, e che di solito questa attrazione tende a scomparire successivamente; però finora non si sapeva nulla di quali fossero le basi neuronali di questa preferenza”, ha spiegato a “Le Scienze” Giorgio Vallortigara, professore di neuroscienze dell’Università di Trento, direttore del Laboratorio di Cognizione Animale e Neuroscienze del CIMeC e autore senior dello studio. “Era però condivisa l’idea generale che nel neonato le strutture corticali del cervello fossero ancora troppo immature per poter sostenere una simile capacità: si pensava che fossero implicate le aree sottocorticali”.





“I risultati sono stati sorprendenti: abbiamo scoperto che mentre i neonati mostravano una preferenza di attenzione verso un viso schematico orientato correttamente rispetto allo stesso viso rovesciato, le aree attive erano quelle occipito-temporali, cioè le stesse, grossomodo, che sostengono la percezione dei visi negli adulti; ciò porta a ritenere che vi sia un circuito corticale che è pronto al compito già in una fase molto precoce”


“Il riconoscimento dei volti è fondamentale per i piccoli: se il cervello fosse privo di questa predisposizione e dovesse imparare solo dall’esperienza i tempi di apprendimento sarebbero enormemente più lunghi”, ha spiegato Vallortigara.


Un risvolto interessante dello studio riguarda la correlazione tra il riconoscimento precoce dei volti e i disturbi dello spettro autistico.


“In un precedente lavoro, abbiamo studiato bambini a rischio di autismo perché avevano sorelle o fratelli più grandi che avevano già avuto la diagnosi per questo disturbo: già in età molto precoce, tra sei e 10 giorni di vita, si possono evidenziare difficoltà a fissare l’attenzione di preferenza sui visi stilizzati orientati correttamente”, ha concluso Vallortigara. “Poiché la preferenza per la faccina diritta ha una ‘firma’ di attività neuronale molto stabile e forte, potrebbe essere utilizzata per condurre screening a livello neonatale al fine di valutare il rischio di autismo nei neonati”.


Dott. Giulio Monciatti

Logopedista


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